di Roberto D’Alessio
Sono nato a metà degli anni ’50 a Trieste da genitori triestini. Quando ero molto giovane quando ci siamo trasferiti a Roma. Mio padre, ex comandante partigiano, aveva trovato un lavoro, come rappresentante, per una ditta di Udine. Da allora sono sempre rimasto nella città eterna, che mi piace molto. Una delle caratteristiche della mia gioventù è stata una crescita di altezza molto veloce. A 13 anni ero già, come ora, un metro e novantanove. Per questo motivo sono stato reclutato per giocare a basket, lo sport di mia madre quando aveva la mia età, e mi è molto piaciuto.ù
Negli anni ’70 vinsi uno scontro con mio padre e ho frequentato un istituto tecnico. Ma ora posso dire con il senno di poi che aveva ragione lui a propormi un liceo. In quegli anni ho conosciuto l’impegno politico. Erano anni di grandi passioni, dove alcuni giorni valevano come una vita. Alla fine dei cinque anni di istruzione, conclusi con fatica, mi sono iscritto ad architettura. Li il mio impegno politico è di molto aumentato.
Sempre in quegli anni mio padre era diventato cieco per una grave malattia e l’economia familiare andò a rotoli. Mi dovetti trovare un lavoro in una birreria come cameriere, lavoravo di sera e studiavo di giorno, e con lo stipendio e le mance mi sono potuto permettere una stanza in affitto al centro di Roma e di pagare gli studi che all’epoca non erano, per fortuna, molto cari. Nel frattempo mio padre rimase da solo perché mia madre si rifece una vita altrove e io tornai a casa per occuparmi di lui. All’inizio fu molto impegnativo, lui sapeva fare ben poco in casa. Negli anni fu molto bravo fino a diventare quasi autosufficiente.
Quando avevo finito quasi tutto il percorso universitario, mi chiamarono per un lavoro come disegnatore e alla fine non mi pagarono. Si faceva così. Per farsi perdonare mi offrirono di entrare in una cooperativa che aveva avuto un incarico da Comune di Roma per rilevare le golene del Tevere. Doveva essere un lavoro di 6 mesi per pochi soldi, ma accettai perché non avevo altro.
Mai avrei pensato che quell’incarico si sarebbe trasformato in un contratto permanente dove sarei rimasto 42 anni.
In questo periodo mi sono sposato, con una donna straordinaria, è ho avuto un figlio ora più che trentenne.
All’inizio fui incaricato di lavorare per la Ripartizione al Traffico, che come potete immaginare era un lavoro molto difficile.
Nel frattempo la mia passione per il prossimo mi fece aderire al sindacato, fino ad un lavoro a tempo pieno che mi portò a diventare un il segretario generale confederale della Camera del Lavoro Roma Ovest. In quell’incarico mi ritrovai mentre scoppiava tangentopoli e il sindacato rimase uno dei pochi punti di riferimento per i cittadini.
Come forse avrete capito non mi piace fare la stessa attività per molto tempo e tornai in ufficio. Li diventai un collaboratore dell’assessore e partecipai ad una profonda trasformazione del modo di operare sulla mobilità a Roma. Si può non essere d’accordo sulle scelte fatte, ma quel periodo non ha avuto niente di meglio precedentemente ed è stato d’insegnamento dopo di allora.
Finito quel ciclo mi offrirono di cambiare lavoro e di occuparmi di relazioni con il pubblico. Misi in piedi il primo URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico) del Dipartimento all Mobilità. Li ho avuto a che fare con i cittadini che affrontavano le trasformazioni della mobilità della città. ZTL e tariffazione della sosta per fare qualche esempio.
Dopo cinque anni mi offrirò una promozione per trasferirmi in un municipio, nello specifico quello della zona dell’Appia. In quella postazione abbiamo realizzato grandi obiettivi, fino ad avere la prima certificazione di qualità ISO 9001 di due uffici del Comune di Roma.
Dopo cinque anni mi sono trasferito presso l’Ufficio del Difensore Civico di Roma, sempre come responsabile della comunicazione istituzionale. Siamo stati una delle poche garanzie per i cittadini che si relazionavano con le competenze comunali. Forse per quel motivo una scelta del governo nazionale fece chiudere la maggior parte degli Uffici del Difensore.
Quindi venni assegnato al Dipartimento alla Comunicazione dove portai la mia esperienza, iniziata all’Ufficio del Difensore, nel mondo del Social Media. Per quel lavoro sperimentale ricevetti un premio Nathan per l’eccellenza amministrativa. Misi quindi in piedi la prima gestione dei Social Media dell’amministrazione centrale. I Social di Roma sono stati competitivi con il resto del mondo, risultando secondi solo a Parigi.
Sono rimasto a fare questo lavoro fino quasi alla pensione maturata a 67 anni e ora scrivo queste note.